Tu sei qui: CronacaA cosa serve e come utilizzare il cloro in piscina
Inserito da (Admin), martedì 1 febbraio 2022 15:09:28
Il cloro è uno degli strumenti più utilizzati per la cura della piscina e risulta uno degli strumenti più facili da applicare, tuttavia, necessità di essere maneggiato con attenzione. Per assicurare una buona pulizia della piscina è necessario conoscere le caratteristiche di questa sostanza chimica e il suo dosaggio. Se non usato in modo appropriato può danneggiare la piscina, oltre che favorire la proliferazione di alghe e altri agenti pericolosi. Bisogna quindi assicurarsi di utilizzarlo con cautela e in modo corretto per evitare di sprecare tempo e risorse economiche importanti.
Il cloro è frutto di reazioni chimiche, in particolare è nasce dai processi di elettrolisi del sale: dal punto di vista chimico, si tratta di cloruro di sodio, un composto formato da un atomo di cloro e uno di sodio. Con la scissione della molecola si hanno cloro e altri componenti in grado di fornire un'ottima efficacia nella disinfezione di ambienti.
Per questa ragione, inserire del cloro libero è una pratica ampiamente efficace per il corretto trattamento dell'acqua. Il cloro è efficace se inserito in una piscina con pH compreso tra il 7,2 e il 7,6. Nel caso in cui la piscina non rispetti questi valori si può fare affidamento su varie tipologie di cloro, come quelli in pastiglie, quello in granuli o liquido. Chiaramente, ci sono differenze importanti da tenere in considerazione quando si utilizzano questi prodotti, scopriamole insieme.
Il vantaggio principale nell'utilizzo del cloro liquido per piscine è l'economicità rispetto a quello in granuli. Secondo i dati chimici di riferimento, ha inoltre un livello più elevato di pH, fatto che lo rende fortemente alcalino. Per tutti questi fattori, il cloro liquido è maggiormente indicato per gli impianti più estesi, soprattutto considerando che può essere regolato con impianti automatici grazie a pompe dosatrici. Viene utilizzato sia per il mantenimento giornaliero che per le clorazioni d'urto.
Una delle pratiche più comuni con il cloro è la cosiddetta clorazione shock o dicloro, per questa tipologia di intervento si utilizza il cloro granulare che favorisce uno scioglimento più veloce. L'utilizzo della parola "shock" è dovuto proprio alla velocità dell'azione offerta da questa tipologia, riduce i tempi ed elimina tutti quei fattori inquinanti inserendo un alto quantitativo di cloro. Seguire questa procedura può fare la differenza specialmente ad inizio stagione, ogni qualvolta sia necessario riaprire la piscina dopo lunghi periodi di inutilizzo.
C'è da sottolineare che, ad ogni modo, la clorazione shock dovrebbe essere applicata in modo regolare durante tutto il periodo in cui la vasca viene utilizzata, specialmente quando si nota un certo livello di intorbidimento dell'acqua. Il cloro granulare fornisce il 60% del cloro necessario per la piscina e offre, come vantaggi, una concentrazione più elevata e stabile, indici che lo rendono una soluzione migliore per il consumo stagionali rispetto al cloro liquido.
Altra forma molto comune è il cosiddetto cloro in pastiglie, anche conosciuto come tricloro. Questa tipologia ha dalla sua la possibilità di rilasciare circa il 90% del cloro necessario in un lasso temporale di due settimane. La forma in pastiglie si scioglie più lentamente e rilascia enormi quantità di cloro sufficienti a mantenere la vasca igienizzata per più giorni. Una delle differenze principali con il cloro liquido è che non si può mettere in vasca direttamente, il loro enorme potere abrasivo potrebbe infatti causare danni al telo di rivestimento decolorandolo. Per questo motivo, la corretta pratica per il suo utilizzo consiste nello scioglierlo nello skimmer o in uno specifico dosatore. Il suo utilizzo è ideato per trattamenti ordinari piuttosto che per quelli shock che andremo a vedere a breve. Questo punto è importante da sottolineare poiché, la lentezza nello scioglimento di questa tipologia, non assicura un effetto disinfettante veloce.
Il primo passo per sapere quanto cloro mettere in piscina è sapere le unità di misura utilizzate per misurarlo. Il valore di cloro si misura con la scala PPM, acronimo di parti per milione. Ad ogni modo, la quantità di cloro indicata come ideale per piscine residenziali è tra 1 PPM e 3 PPM, a differenza delle piscine pubbliche in cui si scende all'intervallo tra gli 0,7 PPM e gli 1,5 PPM. Chiaramente, prima di inserire del nuovo cloro, è necessario conoscere il livello già presente, a questo proposito tornano utili kit facilmente reperibili su mercato. Si tratta di un'operazione da svolgersi su base quotidiana per poter individuare e correggere tempestivamente ogni calo di cloro che potrebbe aprire la strada per l'intorbidimento delle acque e la creazione di agenti patogeni.
Nel caso in cui ci si trovi ad utilizzare cloro in pastiglie, il dosaggio deve tenere in considerazione molti fattori come temperatura dell'acqua, agenti atmosferici e altri fattori. Ad ogni modo, la scelta migliore consiste nel fare uso di 1 o 2 pastiglie su base settimanale per piscine di media grandezza. Nel caso invece delle altre tipologie di cloro, è bene fare uso di 50-100g/m3 in fase di superclorazione e di 10-15/m3 per mantenere il giusto livello nel tempo. Da tenere a mente il fatto che, a seguito della clorazione shock, non si può fare subito il bagno, è necessario infatti attendere almeno due giorni dall'azione.
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