Tu sei qui: CronacaA Ravello il pellegrinaggio dei potentini sulla tomba del Beato Bonaventura
Inserito da (Redazione), sabato 29 giugno 2019 13:22:14
Domani, domenica 30 giugno, la comunità parrocchiale di Potenza sarà in pellegrinaggio a Ravello per la tradizionale accensione della lampada votiva nella chiesa del convento di San Francesco, luogo dove riposano le spoglie mortali del Beato Bonaventura.
La delegazione proveniente da Potenza sarà accolta come sempre dall'amministrazione comunale di Ravello per effetto di quel patto di amicizia istituzionale e di fedeltà spirituale che lega le due città.
All'evento dall'alto valore spirituale, che prevede una celebrazione religiosa in programma alle 11 e 30, parteciperà, con la delegazione di fedeli della Parrocchia del Beato Bonaventura in Potenza, anche del neo primo cittadino, Mario Guarente.
Insieme con i suoi concittadini, il sindaco di Potenza offrirà l'olio proveniente dalle contrade della Città lucana e che alimenterà la lampada posta accanto al corpo del Beato Bonaventura.
Di questo evento straordinario di fede e fratellanza tra le comunità di Potenza e Ravello Fra Vittorio M. Costantini, nel 1958, diceva "...Così mentre la nobile Città di Potenza ricorda uno tra i suoi più illustri figli, si forma una corrente di «amorosi sensi» con la ridente cittadina di Ravello ove riposano le spoglie benedette del Beato Bonaventura... Arda sempre a Ravello la lampada dei potentini dinanzi alle gloriose spoglie del Beato; si irradi più vivida la luce spirituale che si riverbera dalla vita di Lui e dalle sue virtù...".
Sempre negli anni cinquanta del secolo scorso l'Arcivescovo Augusto Bertazzoni scriveva "...Che quella lampada accesa dal primo cittadino della nostra Città resti come preghiera al Beato perché ottenga dal Signore che la luce della Fede, preziosa e cara eredità lasciataci dai nostri antenati, oggi in mille modi insidiata non si spenga...".
Il "Martire dell'obbedienza" al secolo Carlo Antonio Gerardo Lavanga, nacque a Potenza nel 1651; figlio di "povera gente ornata di singolare onestà di costumi e d´insigne cristiana pietà", lascò la città natale all'età di 15 anni (per non ritornarvi mai più da vivo), cominciando il novizio nei Minori Conventuali di Nocera Inferiore. Trascorso il periodo di preparazione tra Aversa, Maddaloni e l´Irpinia, nel 1675, ad Amalfi, sotto la guida di padre Domenico Girardelli, venne ordinato sacerdote.
Fu quindi inviato in diversi conventi, tra i quali quelli di Napoli, Ravello, Ischia, Sorrento e Nocera Inferiore, dove divenne responsabile dei novizi. Morì il 26 di ottobre del 1711, in una cella del convento di San Francesco a Ravello, per i postumi di un intervento resosi necessario per l'asportare un cancro alla gamba. A lui si riconducono molti miracoli: si racconta che abbracciò un lebbroso che immediatamente guarì dalla sua malattia. Venne proclamato beato da papa Pio VI nel 1775.
Oggi il Beato Bonaventura riposa nella meravigliosa urna posta sotto l'altare maggiore della chiesa di San Francesco.
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