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Cronaca

Delitto di Ravello: Enza Dipino in carcere a Fuorni. Per ora unica indiziata

La salma di Patrizia Attruia è stata trasferita presso l’obitorio dell’Ospedale di Salrno dove, per l’inizio della prossima settimana, sarà effettuato l’esame autoptico ai quali prenderanno parte anche i Carabinieri del RIS

Inserito da (Redazione), sabato 28 marzo 2015 01:59:31

E' stata trasferita presso la casa circondariale di Fuorni Vincenza Dipino, la 49enne di Ravello che per ora risulterebbe l'indiziata numero uno per l'omicidio di Patrizia Attruia, la 48enne di Scafati trovata cadavere questo pomeriggio in un'abitazione dello stabile del Santuario dei Santi Cosma e Damiano di Ravello. Dopo un lungo interrogatorio presso la stazione dei Carabinieri di Ravello, davanti al sostituto procuratore presso il Tribunale di Salerno, dottoressa Cristina Giusti, alle 23 e 30 circa Vincenza Dipino, assistita dall'avvocato Marcello Giani, è stata accompagnata, in stato di fermo, a bordo dell'auto dei Carabinieri che l'ha condotta al carcere di Salerno. Per lei l'accusa di omicidio preterintenzionale e occultamento di cadavere. La notizia, dal pomeriggio di ieri è stata battuta dalle più importanti testate giornalistiche nazionali.

Giuseppe Lima, il 50enne di Ravello, compagno della Attruia che con lei viveva in casa della Dipino, è rimasto fino a tardi presso i locali di via Costantino Rogadeo per rispondere alle domande degli investigatori che hanno ancora bisogno di elementi utili a ricostruire i legami fra i tre ma soprattutto le ultime ore di vita della sua donna uccisa. Lima, per ora, rimane persona informata dei fatti e bisognerà capire se la sua ricostruzione possa essere attendibile e se realmente fosse stato all'oscuro della morte della compagna prima delle 13 di oggi. Intorno all'una l'uomo ha lasciato la stazione dei Carabinieri ed è stato visto, vistosamente provato, nella piazzetta di San Cosma rientrare nella sua abitazione primordiale.

Ad ogni modo la storia presenta diverse sfumature di grigio.

Già, perché stando a quanto appreso, il cadavere esile della donna nascosto in una vecchia cassapanca presentava diverse ecchimosi sul volto. E anche il viso di Vincenza Dipino, all'uscita dalla stazione dei Carabinieri, mostrava evidenti graffi sulla fronte, sulla guancia ed ecchimosi sul labbro, a testimonianza che la colluttazione tra le donne, di cui si parla, possa essere avvenuta realmente. Non si esclude che la Attruia possa essere morta per soffocamento. Stando a quanto appreso l'ultima volta che le due antagoniste in amore sarebbero venute alle mani sarebbe stata la scorsa notte. Si, perché non era la prima volta che in quel rapporto a tre le discussioni si fossero concluse con violenza.

Ad averne la peggio, anche a causa della sua debolezza caratteriale e fisica, spesse volte era proprio Enza che di recente era stata notata per strada addirittura con un occhio livido, tanto da essere costretta a portare occhiali da sole. Ma le cose tra di loro potevano tornare alla normalità anche in un battito di ciglia, tanto che Enza e Patrizia le si poteva rincontrare sotto braccio, come due buone amiche.

QUELLO STRANO RAPPORTO "A TRE". Patrizia Attruia, 48enne originaria di Scafati, nubile e senza figli, da circa tre anni si era trasferita a Ravello dove viveva con il compagno Giuseppe Lima, 50enne originario di Ravello. Entrambi disoccupati (lui saltuariamente lavorava come bracciante agricolo o manovale), a causa delle difficoltà economiche in cui versavano erano costretti a vivere in un fabbricato rurale a servizio di un terreno agricolo, in condizioni precarie. Fino a quando, pima dello scorso inverno, la coppia di fatto era stata "invitata" a trasferirsi in via San Cosma, presso l'abitazione di proprietà della Curia Arcivescovile, in locazione a Vincenza Dipino, 49 anni, persona molto riservata, disoccupata, rimasta sola dopo la morte della madre adottiva, avvenuta lo scorso anno.

Non era un segreto, per le persone del luogo, che Vincenza avesse un debole per Giuseppe. Particolare da sempre sospettato da Patrizia che, con ogni probabilità, per una questione di opportunità cercava di sopportare. E non sempre ci riusciva.

Qualcuno parla di una lite violenta tra le due donne scoppiata la scorsa notte intorno all'una. Per questo dettaglio gli investigatori sono ancora alla ricerca di testimonianze concrete. Intorno alle 13 di oggi è stato proprio Lima a telefonare Nicola Amato, funzionario del Comune di Ravello, punto di riferimento per gli abitanti della zona, per comunicargli il decesso della sua compagna e chiedergli consigli su come comportarsi.

Avvertita la gravità della situazione, è stato proprio Amato ad allertare i Carabinieri della Stazione di Ravello che con i colleghi del Nucleo Operativo Radiomobile si sono portati presso l'abitazione dove hanno trovato la donna, dal fisico esile, adagiata all'interno di una vecchia cassapanca. Sul suo viso ci sarebbero ecchimosi, segni evidenti di colluttazione e, tra le ipotesi, non è tralasciata, quella della morte per soffocamento.

Poco dopo è giunto il sostituto procuratore presso il Tribunale di Salerno, dottoressa Cristina Giusti, che ha interrogato, presso la Stazione dei Carabinieri di Ravello, Vincenza Dipino (difesa dall'avvocato Marcello Giani) e Giuseppe Lima che si è presentato accompagnato dai militari dell'Arma. La Giusti ha inoltre ascoltato anche i vicini di casa e conoscenti. Ora il cerchio sembra essersi ristretto intorno a Vincenza e Giuseppe. Intanto sul luogo del delitto si è portato il medico legale, incaricato dalla Procura della Repubblica di Salerno, Giovanni Zotti, per l'esame esterno della salma.

LE INDAGINI. I Carabinieri della scientifica, dopo l'ispezione dei luoghi, questo pomeriggio, dall'appartamento di via San Cosma hanno acquisito tutti gli elementi utili alle analisi: dai rilievi ematomici a quelli relativi al posizionamento dei letti, così da ricostruire gli usi dello strano rapporto "a tre". Ritirati persino gli ultimi indumenti stesi alla finestra.

La salma della donna è stata trasferita presso l'obitorio dell'Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno dove, per l'inizio della prossima settimana, sarà effettuato l'esame autoptico ai quali prenderanno parte anche i Carabinieri del RIS.

Poi, forse, potremmo sapere come e perchè Patrizia Attuia sia stata uccisa in questo che non è un dramma dell'amore, ma il dramma del degrado, umano, di rapporti, al quale Ravello non era mai stata abituata.

Da oggi la città della musica dovrà cominciare a guardare, con occhio critico, in faccia alla realtà, che non sarà quella della cultura patinata, dei riflettori internazionali e delle lotte per meri interessi politico-economici, ma di un degrado sociale e morale che lentamente si sta stratificando nel suo tessuto sociale.

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