Tu sei qui: CronacaRavello, sabato 30 presentazione del progetto di recupero e valorizzazione scavi della Trinità
Inserito da (Redazione), giovedì 28 aprile 2016 12:22:48
Sabato 30 aprile prossimo, alle 17, presso l'Auditorium di Villa Rufolo, l'associazione temporanea di scopo, costituita dalla Ravello Nostra (capofila), dal Comune di Ravello, dall'Università degli Studi di Salerno e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, organizza una giornata di studio per la presentazione del progetto di "Recupero e valorizzazione degli scavi del complesso del Monastero della Santissima Trinità", finanziato con i fondi del Ministero della Gioventù, nell'ambito del Piano Azione Coesione "Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici".
Ai saluti del sindaco Paolo Vuilleumier, del presidente della Ravello Nostra Paolo Imperato, del presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali Alfonso Andria e di Maria Giovanna Riitano, direttore del Dipartimento di Scienze del patrimonio Culturale dell'Università degli Studi di Salerno, seguirà l'intervento sugli aspetti archeologici del sito da parte di Rosa Fiorillo, Docente di Archeologia Medievale presso l'Università degli Studi di Salerno. Pasquale Palumbo, Assessore all'Ambiente del Comune di Ravello descriverà la genesi del progetto i cui prodromi risalgono alla manifestazione "Puliamo il mondo 2012". Il Responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di Ravello, Rosa Zeccato, illustrerà il progetto di recupero del sito che prevede interventi di ristrutturazione che potranno garantire un'esemplare gestione dell'area. L'archivista Salvatore Amato affronterà gli aspetti prettamente storici che metteranno in luce l'importanza che il monastero ha avuto per l'intera comunità ravellese. Verranno inoltre presentate le fasi in cui si articolerà il progetto da parte di Pio Manzo, gli interventi di valorizzazione del sito da parte di Luigi Criscuolo, Pasquale Ruocco e Arianna Villani e sarà presentato infine da parte di Maria Carla Sorrentino lo staff, composto da giovani ravellesi e della Costa d'Amalfi.
La promozione dell'area, con l'inserimento nel circuito turistico della Costiera e l'attivazione di laboratori d'arte, guidati da artigiani e l'organizzazione di mostre, presentazioni di libri e collaborazioni artistiche con il vicino polo ceramico vietrese, costituirà il fondamento per la gestione e la valorizzazione del sito nel tempo. Obiettivo a lungo termine dell'iniziativa è quello di creare una sensibilità diffusa per la tutela del proprio patrimonio storico-artistico e ambientale sia in termini di vivibilità che di ritorno economico.
CENNI STORICI Tra il 2002 e il 2003 la Soprintendenza Archeologica per le province di Salerno, Avellino e Benevento ha riportato in luce parte del complesso monastico. Si tratta del monastero benedettino della Santissima Trinità, fondato nel 944 che accoglieva esclusivamente donne appartenenti a nobili famiglie. Constava di un ingresso con un piccolo vestibolo, di un dormitorio abbastanza grande, in grado di ospitare, nella seconda metà del Cinquecento, più di trenta monache e di un giardino recintato da "alte mura", collocato ad oriente, di una chiesa ad una sola navata con in fondo il coro e l'organo. Con le leggi napoleoniche sulla soppressione degli ordini monastici, agli inizi del diciannovesimo secolo, i monasteri con numero inferiore a dodici religiose professe, dovevano essere aggregati a quelli dello stesso ordine. Nonostante il rifiuto delle suore di abbandonare il monastero e il sostegno da parte dell'Arcivescovo di Amalfi, delle autorità civili di Ravello nonché dei suoi abitanti, esse furono costrette a trasferirsi nel monastero di San Giorgio di Salerno nel marzo 1812. Il monastero cominciò così ad essere smantellato pezzo per pezzo. Parte delle tegole e delle travi di legno che sostenevano la copertura del dormitorio servirono per la Cappella di San Pantaleone. Una campana, il bancone per conservare gli arredi liturgici e altre suppellettili finirono nella chiesa di San Michele Arcangelo a Torello. Quello che resta oggi è parte dell'antica chiesa con quattro stanze.
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