Tu sei qui: PoliticaIpotesi commissariamento, IpR: «Sembra che Sindaco voglia mettere in liquidazione la Fondazione Ravello»
Inserito da (Redazione), giovedì 29 novembre 2018 12:04:53
L'ipotesi del commissariamento proposta dal Comune di Ravello per risolvere l'impasse in casa Fondazione non piace al gruppo di minoranza Insieme per Ravello. «Il Comune di Ravello seguirà la stessa strada del 2015 allorché, al fine di annullare l'esito del voto che aveva portato all'elezione di Paolo Vuilleumier a Presidente della Fondazione Ravello, il segretario generale Secondo Amalfitano si rivolse al Presidente della Regione, Stefano Caldoro, chiedendo di commissariare l'organismo di cui Amalfitano era, allora come ora, a busta paga» si legge dalla pagina facebook di Insieme per Ravello.
«Oggi, dopo due anni e mezzo di minacce, proclami e annunci, e non essendo riuscito a realizzare la tanto invocata centralità del Comune di Ravello, Salvatore Di Martino sollecita - anche lui, come all'epoca Amalfitano - al Presidente Vincenzo De Luca il commissariamento della Fondazione, illegittimamente rifiutandosi di effettuare le nomine nel Consiglio Generale di Indirizzo che spettano per Statuto al Sindaco di Ravello. Nella sostanza, dunque, vengono in tal modo poste in essere volontariamente dal Comune forme di paralisi che sono dell'Ente e non della Fondazione, con un'assunzione di responsabilità che va ben al di là delle pretestuose ragioni dichiarate nella lettera al Presidente della Regione e ribadite il Consiglio Comunale».
Nello specifico i consiglieri di minoranza Paolo Vuilleumier (consigliere uscente della Fondazione) con Gianluca Mansi spiegano che «affermare, infatti, che "in forza della scadenza degli Organi statutariamente prevista per il 31.12.2018, si è già nella impossibilità di amministrare e gestire l'intera programmazione futura, e individuare tutte le personalità necessarie, e segnatamente quella del Segretario generale e del Direttore artistico anch'esse in scadenza", visto che - come è ovvio - "tali nomine non possono essere eseguite dalla Governance uscente, per evidenti motivi di opportunità e efficienza, che annullano la mera competenza giuridica degli Organi in scadenza", vuol dire che ogni qual volta - per il passato e per il futuro - ci si dovesse trovare nel passaggio tra vecchia e nuova governance, il commissariamento, imposto dalla necessità di "di amministrare e gestire l'intera programmazione futura", sarebbe sempre atto dovuto.
Quanto, invece, alla modifica statutaria, che per statuto spetterebbe al Consiglio Generale di Indirizzo (nel quale, vale la pena di ricordarlo, il Comune con le nomine sarebbe tutelato dalla presenza e la forza di ben tre componenti), invocarla da parte di un commissario appare solo come un modo per sottrarsi alle regole statutarie volute dallo stesso Comune, affidandone la stesura a un uomo della Regione che, con probabilità pari a certezza, della Regione stessa tutelerà gli interessi.
Non è improbabile attendersi, quindi, uno Statuto ricalcato su quello di recentissima approvazione dell'IDIS - Città della Scienza in cui, come dichiarato dalla Regione, si "istruisce per il Consiglio Generale un sistema di voti misto, ovvero il 50 per cento dei voti viene espresso in una logica proporzionale al contributo storicamente versato dai soci e l'altro 50 per cento dei voti viene espresso con il sistema procapite tenendo così conto anche dell'apporto intellettuale dei soci"; per effetto delle novità introdotte dal sistema di voto, "il nuovo statuto valorizza democraticamente il ruolo della Regione Campania che storicamente ha sempre sostenuto le finalità dell'ente".
Insomma, applicato a Ravello, e considerando che la quasi totalità dei contributi sono regionali, il Sindaco potrà dire addio alla tanto sbandierata centralità del Comune!
E non si dica che alla modifica non si è riusciti a pervenire nell'attuale Consiglio di Indirizzo, al quale nessuna proposta è stata mai formulata, neppure dal dr. Guerra che pure dal Consiglio di Ammnistrazione aveva ricevuto uno specifico mandato in tali sensi.
Senza ragione, dunque, e dopo essere quasi venuto alle mani con il presidente Maffettone, Salvatore Di Martino rimarca l'inattività e l'assenza dell'ex consigliere alla cultura del Presidente della Regione Campania e il conseguente stallo delle attività degli organi.
Sembra, quindi, che il Sindaco voglia così mettere in liquidazione la Fondazione Ravello che appare sempre più una società della Regione Campania con spese di funzionamento enormi e fuori dal controllo del Comune di Ravello».
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