Tu sei qui: PoliticaRavello, Nicola Amato contrario a delibera comunale: «Limitare libertà di espressione significa negare sogno di una società migliore»
Inserito da (Redazione), domenica 17 febbraio 2019 10:29:57
La pubblicazione della delibera di giunta con cui si dà incarico legale per provvedimenti a tutela dell'immagine del Comune di Ravello in caso di diffamazione a mezzo stampa e a mezzo facebook, ha aperto il dibattito nella Città della Musica.
Un provvedimento che dall'opinione pubblica viene interpretato come una chiara limitazione della libertà di manifestazione del pensiero non solo della stampa non asservita ma anche dei singoli cittadini a mezzo social.
Sull'argomento è intervenuto il capogruppo di minoranza "Ravello nel Cuore" Nicola Amato che analizza diversi aspetti della questione e del quale pubblichiamo di seguito nota integrale.
Nel leggere la deliberazione che la Giunta comunale ha adottato il 19 dicembre 2018, pubblicata dopo circa due mesi, ritenendola urgente (!), ho cercato di capire quale fosse la vera immagine di Ravello che l'Amministrazione Comunale intenda veramente tutelare attraverso azioni giudiziarie.
In verità non sono riuscito a cogliere nessun senso, soprattutto politico, dell'atto posto in essere!
Nel merito, rileggendo le motivazioni della proposta deliberativa, resto sempre convinto che l'operato della Pubblica Amministrazione debba passare, unicamente, attraverso il giudizio degli elettori e non attraverso azioni giudiziarie.
Da consigliere comunale ritengo che il guanto di sfida, per un'amministrazione in carica, è l'operare quotidiano con la politica del fare e non attacchi personali.
Il Fatto quotidiano di qualche giorno fa evidenziava che, purtroppo in Italia, fare un buon giornale, libero e indipendente, che incontri il favore dei lettori, non basta più...
Il limitarsi alla mera notizia o trasmettere comunicati stampa non credo sia giornalismo se non si esprima, liberamente, un proprio pensiero e personali riflessioni nel rispetto delle regole.
La stampa deve essere considerata un utile campo di confronto ove l'agonismo politico, soprattutto nelle nostre realtà, potrebbe trovare terreno fertile per l'informazione e la compartecipazione.
Così per tutti gli altri social network (richiamati nella deliberazione) utili per suffragare momenti di gioia, ma anche per stimolare la crescita quotidiana, soprattutto nei piccoli paesi, traendo dalla segnalazione o dal disappunto del cittadino una forma di collaborazione e di aiuto e non già un ostacolo.
Cercare in qualche modo di limitare la sana libertà di espressione sui social, soprattutto nei giovani, equivale a negargli il sogno di una società migliore, venendo a mancare il terreno sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e le nostre libertà.
Oggi il civismo passa anche attraverso i social e in una società piuttosto distratta, il social diviene anche strumento dal quale attingere le regole del buon vivere civile che possono aiutare i giovani per costruire il loro futuro di cittadini, consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri.
E poi la storia è piena di detti famosi "Parlate pure male di me, ma parlatene!"
Da cittadino prima, ma anche da consigliere comunale, auspico un passo indietro da parte dell'Amministrazione Comunale, oltre che un miglior utilizzo dei soldi pubblici.
Sono seriamente preoccupato del giudizio, non tanto della stampa, ma soprattutto dell'impatto educativo che decisioni del genere possano avere sulle nuove generazioni.
Nicola Amato
Capogruppo Ravello nel Cuore
La replica del gruppo di maggioranza "Rinascita Ravellese" con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook: «Ci dispiace leggere le dichiarazioni del Consigliere Nicola Amato che, da Consigliere Comunale, dovrebbe difendere valori quali quelli della libertà del consesso che lo ospita e non quelli della libertà di stampa che nessuno si è mai sognato di mettere in discussione e che nulla ha a che vedere con l'episodio che vede coinvolto il suo parente.
Riteniamo che avrebbe fatto meglio almeno a tacere, soprattutto per non ingenerare il sospetto che stia difendendo interessi di bassa lega contro i veri principi della democrazia.
Ci siamo rivolti alla Magistratura per difendere Ravello e i Ravellesi tutti, anche quelli che hanno votato per lui!».
>Leggi anche:
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