Tu sei qui: PoliticaRavello, ufficio stampa comunale affidato a società di Positano. Commistioni tra attività giornalistica e istituzionale
Inserito da (Redazione), mercoledì 12 settembre 2018 13:13:15
Il Comune di Ravello si è dotato di un servizio di "informazione e comunicazione istituzionale e relazioni con la stampa". Con determina numero 241 del 29/08/2018 l'ufficio stampa è stato affidato, per un anno, in via "sperimentale", alla ditta Sirenum Comunicazione Amalfi, con sede a Positano, per 17.350,00 euro oltre IVA.
Nel documento non vengono specificati i componenti la società a responsabilità limitata che risultano essere, al 50 per cento, il giornalista e direttore responsabile del quotidiano online Positano News, Michele Cinque, e il suo socio-editore Antonino D'Urso.
L'affidamento è avvenuto secondo trattativa diretta, una modalità di negoziazione prevista dal Codice degli Appalti Pubblici (D.Lgs. 50/2016) che consente all'interno del MEPA di negoziare direttamente con un unico operatore economico.
La società, con amministratore unico, è stata scelta «oltre che per la sua affidabilità, anche per il fatto che la stessa è ricadente nelle immediate vicinanze di questo Comune e, trattandosi di un servizio che richiede una presenza costante, ciò comporta una maggiore rapidità, una buona efficienza ed una maggiore economia» si legge dalla determina.
Da alcuni giorni il Comune di Ravello ha cominciato a produrre "comunicati stampa" inviati anche alla nostra redazione dall'indirizzo dell'ufficio di staff (diversamente regolato) ma privi di firma da parte del giornalista iscritto all'albo professionale, in ossequio alla legge 150 del 2000.
La legge parla chiaro: i giornalisti della carta stampa, della tv, della radio e di internet non possono tenere collaborazioni con le pubbliche amministrazioni, di conseguenza vuole nettamente svincolato l'ufficio stampa dalle collaborazioni giornalistiche, peggio le direzioni di quotidiani locali. Le commistioni tra attività giornalistica e attività di ufficio stampa non sono, quindi, lecite e tollerabili. Si tratta di un principio deontologico invalicabile, che va osservato e fatto rispettare. I giornalisti devono essere e apparire corretti.
E nel caso specifico è inevitabile l'ipotesi di una subordinazione dell'attività giornalistica da parte del direttore di un quotidiano agli interessi dell'ufficio stampa di un comune (e viceversa), con un danno arrecato sia al principio deontologico che vuole i giornalisti impegnati a "promuovere la fiducia tra la stampa e i lettori" (articolo 2, ultimo comma, della legge n. 69/1963), sia al diritto dei cittadini di essere informati in maniera corretta, completa, imparziale e obiettiva (articolo 21 della Costituzione Italiana).
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