Tu sei qui: Storia e StorieDal Ravello festival al festival del cinema di Berlino: la parabola del talentuoso fotografo Pierfrancesco Cioffi
Inserito da (Redazione), lunedì 29 gennaio 2018 12:58:03
Da uno stage di fotografia al Ravellofestival al festival del cinema di Berlino e al "Clemont-Ferrand International short film festival". Due appuntamenti prestigiosi per il giovane e talentuoso Pierfrancesco Cioffi, di Ravello, di stanza a Londra dove si è appena laureato alla London Film School.
Cioffi, nipote d'arte (suo nonno Bonaventura ha lavorato per gran parte della sua vita a CineCittà) è il direttore della fotografia in due corti: "Three Centimetres" candidato all'imminente festival di Berlino nella sezione "Generation".
Con "Three Days", invece, approderà al rinomato appuntamento di corti della cittadina francese.
"Three centimetres" è scritto e diretto da Lara Zeidan, giovane filmaker libanese e affronta il tema dell'omosessualità. Ecco alcune considerazioni che lo stesso Cioffi ha scritto sul corto:
«Il Libano è un paese strano, dalle mille contraddizioni. Dopo aver letto lo script originale, nel dicembre del 2015, rimasi incredulo alle parole di Lara che mi descrivevano come l'omosessualità - sebbene non ufficialmente accettata, ma quantomeno depenalizzata - fosse ancora un enorme tabù sociale per la maggior parte della popolazione. È stato il mio primo impatto col quel vastissimo angolo di mondo che, seppur dietro l'angolo, è ben lontano dalla quotidianità a cui sono abituato.
Come trascinare gli spettatori in quel caos multiculturale che ho scoperto essere la capitale Libanese ? Avevamo bisogno di una messa in scena d'impatto, capace di immergere l'audience in una storia "in media res", di cui non conoscevano nulla.
La cabina della ruota panoramica - posto dove in realtà una versione meno romanzata della storia è realmente accaduta - è diventata quindi la nostra versione di Beirut, micro universo in una gabbia senza sbarre, dove libertà e spensieratezza forzatamente devono lasciare il passo alla nausea e alla claustrofobia.
La storia e le condizioni ci hanno spinto nell idea di usare la magica luce del tramonto, in un unico ed ininterrotto take, dove la camera lavora all'unisono con le espressioni delle quattro protagoniste per creare tensione e dirimere conflitti.
Abbiamo provato, testato variazioni e ricercato il miglior modo per far fluire il film per giorni, a Londra ed in Libano, in cerchi di sedie a simulare lo spazio, riascoltando all'infinito le prove per far familiarizzare il mio orecchio a quel linguaggio a me sconosciuto.
Girato su due giorni per trovare il take perfetto, "Three Centimeters" é stato per me una fantastica opportunità per mettermi alla prova e creare la perfetta coesione tra il fine macchinario del cinema e la pura passione per cio che amo di più: raccontare».
Per contatti cioffi.piero@gmail.com
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