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I presepi artistici del maestro Raffaele Amato di Ravello in mostra a Villa Enrico Caruso di Lastra a Signa

Inserito da (Redazione), sabato 15 dicembre 2018 15:40:58

di Antonio Schiavo

Quando ero bambino mi arrampicavo su una sedia vicina al tavolo dove papà - rigorosamente dall'8 dicembre - cominciava l'allestimento del presepe. Allora ero contento quando aveva finito di sistemare tutti i pastori conservati gelosamente in scatole di legno. Anche quelli che, per rispettare le proporzioni che variavano ogni anno, non avrebbero potuto trovar posto o quelli di terracotta mutilati dal tempo e dagli urti.

Lo spazio davanti alla capanna sembrava, dato l'affollamento di pastori, una fermata della metropolitana di Roma all'ora di punta.

Poi, crescendo, mi sarebbe piaciuto fare il presepe come lui, ma non ne sono mai stato capace e così ho cominciato a collezionarli.

Li prendo in tutta Italia: da Faenza a Caltagirone, da Vietri a Ortisei, da Grottaglie a Napoli, da Alberobello a Lecce.

Ho rischiato il divorzio più volte per attentato alle finanze e alle mura domestiche finchè - con grosso sacrificio e fino alla fine quasi all'insaputa di chi comanda in casa - ho comprato una stanza dove li ho sistemati insieme ai libri.

Ma, non ditelo a mia moglie, anche lì lo spazio comincia a scarseggiare.

Il mio "complice" principale è Raffaele Amato fu Gennaro. Tutte le volte che torno a Ravello, dopo essere passato da San Pantaleone per ringraziarlo, la seconde stazione è il suo negozio a Gradillo, dove la moglie Anna che ormai ha sgamato il mio tallone d'Achille, mi mostra, con malcelata enfasi, le meraviglie del Maestro.

I presepi di Raffaele sono qualcosa di straordinariamente unico: lui sa abbinare sempre la maestria degli artigiani (sarebbe meglio dire artisti) del settecento napoletano con un tocco di originalità, talvolta frutto di magnifica intuizione, talaltra su input del committente che poi sarei sempre me medesimo.

Uno scorcio di Piazza Vescovado e l'edicola con mamma alla porta, un borgo marinaro, la Sacra Famiglia nella falegnameria di San Giuseppe, la chiesa di San Michele Arcangelo a Torello con le colline degradanti verso il mare e una maestosa Cattedrale.

Quando l'assessore alla Cultura della città dove abito, direttore della Villa Enrico Caruso di Lastra a Signa li ha visti mi ha chiesto di prestare questi capolavori per la mostra dei presepi 2018.

Le opere di Raffaele sono state sistemate nelle varie stanze della dimora del tenore, uno addirittura in camera da letto su un mobile d'epoca dove anche Caruso allestiva i suoi presepi.

La produzione ravellese ha così fatto bella mostra tra le altre dei maestri di San Gregorio Armeno, di Meta di Sorrento, di Caserta e, non vorrei peccare di campanilismo, se affermo che i manufatti di Raffale Amato fu Gennaro sono stati tra quelli maggiormente ammirati e fotografati da un pubblico che (a detta della curatrice della esposizione) non si vedeva da anni.

Uno dei più significativi è stato quello raffigurante Eduardo De Filippo che, in Natale in Casa Cupiello, guarda estasiato il suo bellissimo capolavoro, proprio come quel bambino che saliva sulla sedia per controllare che il papà mettesse in scena tutti i pastori.

E a noi che crediamo nei valori che ci propone il Natale non resta, quindi che concludere, ringraziando il maestro Raffaele, proprio come ci avrebbe sussurrato Eduardo (Luca Cupiello): "Sì...ce piace ‘o presepio".

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